"Il servizio del trasporto pubblico nella nostra città ha bisogno di un profondo cambio di passo e di un integrale rinnovamento che segni una discontinuità rispetto a come è stata governata Atac in questi ultimi decenni". Così, in una nota, la Cgil e la Filt Cgil di Roma e del Lazio. "Non solo dobbiamo cambiare il modello della mobilità pubblica, che deve essere a esclusivo servizio dei cittadini e non legata agli interessi di qualcuno, - chiarisce la nota - ma dobbiamo approcciarci alla gestione dell'azienda pubblica, rimuovendo tutto ciò che fino a oggi ha impedito ad essa di crescere. Il risultato è davanti agli occhi di tutti: un servizio inefficiente, con performance molto lontane dagli standard qualitativi non solo delle altre capitali europee ma anche delle altre città italiane e un'azienda pubblica in profonda crisi finanziaria che rischia di non onorare il piano di rientro del debito. L'obiettivo che la trasformazione societaria, soprattutto a partire dal 2010, intendeva raggiungere con, da un lato, un risparmio di spesa pubblica e, dall'altro, una maggior efficienza nell'erogazione dei servizi pubblici, secondo le dinamiche dell'economia di mercato, è chiaramente fallito. Lo dimostra lo stesso concordato preventivo che è stato utilizzato solo come strumento per evitare il fallimento societario e non come opportunità per rilanciare Atac".
"Non è più rinviabile un cambio di rotta, sia per i cittadini, che vedono ogni giorno a Roma calpestato il proprio diritto alla mobilità, sia per i lavoratori, che svolgono quotidianamente la propria attività con alta professionalità e competenza. Essi sono purtroppo gli unici a dover pagare quotidianamente le incapacità di una politica locale basata non su una progettualità della mobilità ma su meri rapporti personali e favoritismi, e a dover pagare per un servizio inadeguato, dovuto a una gestione manageriale e dirigenziale che per decenni si è dimostrata incapace e legittimata solo per la vicinanza alla politica di turno, secondo un sistema che ha perpetuato un'inefficiente organizzazione del lavoro e una costante carenza degli investimenti nelle infrastrutture e nel parco veicoli e rotabili. Occorre scardinare la commistione tra la politica e gli organi tecnico-gestionali della società che, pur rimanendo nell'ambito della partecipazione interamente pubblica, deve avvalersi di una governance in grado di rendere più efficiente ed efficace il processo di erogazione del servizio pubblico, servizio che tanta importanza ricopre per la vita quotidiana dei cittadini, dei lavoratori e per le prestazioni e le prospettive di una grande e storica società pubblica"