ROMA, 23 FEB - Pochi disagi negli aeroporti, ma molti aerei a terra, adesioni altissime tra i lavoratori e manifestazioni nel principale scalo del Paese, a Fiumicino. Si è svolta così la giornata di scioperi che hanno interessato Alitalia e tutto il settore del trasporto aereo. Tra le motivazioni delle proteste, in particolare la situazione dell'ex compagnia di bandiera, con i sindacati che leggono nella buona riuscita dello sciopero un messaggio agli azionisti perché il piano industriale non ricada sul lavoro. Intanto domani potrebbe ripartire la trattativa sul contratto: in mattinata è in programma un nuovo incontro tra azienda e sindacati. Le prime proteste sono scattate fin dalla mezzanotte, con lo sciopero di 24 ore di piloti e assistenti di volo di Alitalia, indetto da Anpac, Anpav, Usb e Cub Trasporti, con fasce tra le 7 e le 10, e tra le 18 e le 21. A questo stop si è aggiunto, tra le 14 e le 18, lo sciopero di 4 ore di tutto il personale Alitalia, delle società di handling, del personale degli aeroporti e del personale di terra della compagnie aeree straniere, proclamato da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl-Ta. I disagi negli aeroporti sono stati contenuti grazie al fatto che le compagnie da giorni avevano adottato misure per minimizzare l'impatto degli scioperi. In particolare, Alitalia, che ha cancellato il 60% dei voli programmati per oggi, sia nazionali che internazionali, ha parlato in serata di "disagi limitati per i viaggiatori", precisando di essere riuscita a riproteggere oltre il 94% dei passeggeri coinvolti dagli scioperi. Easyjet ha preventivamente cancellato 38 voli. All'aeroporto di Fiumicino fin dal mattino non si sono registrati particolari disagi per i viaggiatori: lo scalo, rimasto regolarmente operativo, è anzi stato per tutta la giornata pressoché deserto. Ad animarlo, nel pomeriggio, la protesta, davanti al terminal 3, di centinaia tra lavoratori Alitalia, precari, rappresentanti degli handling e di varie società del comparto aereo e dell'indotto: il presidio, controllato dalle forze dell'ordine, si è trasformato intorno alle 16 in un corteo che ha sfilato, tra le bandiere di tutte le sigle sindacali, tra il terminal 3 ed il terminal 1. Molto alta, secondo i sindacati, la partecipazione dei lavoratori. L'adesione è stata "altissima pressoché unanime", assicura la Filt Cgil, sottolineando che questo "dimostra la consapevolezza dei lavoratori di fronte alla crisi Alitalia e la contrarietà alle ipotesi di stravolgere il Ccnl". Anche l'Usb parla di risultati "molto positivi", con una "fortissima adesione" nel Gruppo Alitalia, come anche alla Sea di Milano. Al centro delle preoccupazioni delle sigle che hanno indetto gli scioperi di oggi c'è soprattutto la situazione diAlitalia. Il segretario generale della Uil Barbagallo definisce "inaccettabile" che si scarichi la crisi sui lavoratori e apre al confronto, ma su un piano industriale che sia di sviluppo. L'Anpac chiede un piano più competitivo e suggerisce di separare la compagnia in due. Ai sindacati fa eco la politica, con il M5S che, come tutti in attesa del piano industriale, si dice pronto a convocare i vertici Alitalia in Parlamento. Intanto domani potrebbe riprendere il dialogo interrotto due settimane fa tra azienda e sindacati per il rinnovo del contratto. I sindacati, che hanno disertato un primo incontro che era in programma ieri, hanno posto come condizione per riprendere il confronto che venga prima rimosso il tema del regolamento aziendale (che Alitalia vorrebbe introdurre dal primo marzo al posto del contratto collettivo). Posizione che resta immutata: "Ci attendiamo che l'incontro previsto domani con Assaereo e Alitalia- avverte Cortorillo della Filt Cgil - sgombri il campo da ultimatum e ripristini l'applicazione del contratto nazionale".
(ANSA, di Enrica Piovan).
(ANSA, di Enrica Piovan).