Roma, 31marzo 2017 - "Si sbaglia a derubricare la vicenda Alitalia, come sta facendo il Governo, come la normale crisi di una azienda privata. Purtroppo Alitalia è stata governata ed è governata male. Nel 2008 invece di fare delle scelte di prospettiva e cogliere delle opportunità si è preferito consegnarla ad azionisti improvvisati che nulla sapevano di trasporto aereo e di sviluppo industriale del settore.
Di questi errori hanno pagato e stanno pagando le conseguenze sempre e soltanto i lavoratori e le lavoratrici. Anche oggi tutte le componenti azionarie e il management, gli stessi che hanno fallito, ci stanno presentando un piano che a nostro parere non ha nulla di industriale: è un semplice piano finanziario di taglio ragionieristico che produce come risultato l'ennesima espulsione dei lavoratori dal ciclo produttivo e non consegna prospettive industriali certe e di sviluppo. Parliamo di 2037 lavoratori del personale di terra e 400 di volo, ma a questi vanno aggiunti le migliaia di lavoratori dell'indotto, di cui spesso e con molta facilità ci si dimentica, e il sistema aeroportuale di Fiumicino che subirà ripercussioni in termini di qualità ed efficienza. Il Governo ha l'obbligo di intervenire politicamente. Garantire il lavoro, l'occupazione il reddito, costruire le condizioni politiche per dare prospettive e futuro al sistema, intervenire concretamente ed economicamente con tutti gli ammortizzatori sociali utili: è questo che ci aspettiamo, senza che venga sacrificato un solo posto di lavoro.
Ci aspettiamo inoltre che il Governo si adoperi per fare finalmente entrare un socio industriale serio e competente in grado di rilanciare l'azienda non a parole o con mere operazioni di maquillage, che dia insomma un futuro all'azienda e prospettive di crescita al sistema nel suo complesso consentendo ad Alitalia di cambiare il proprio business. Investire per esempio nell'acquisizione di aerei a lungo raggio permetterebbe alla compagnia di competere sul mercato globale con vettori aerei che portano turisti e uomini d'affari dalle capitali del mondo direttamente a Roma evitando in questo modo di lasciare a Parigi, Londra e Berlino, sostenute da compagnie aeree ancora pubbliche, di fare la parte del leone.
Ci aspettiamo infine che anche la Regione Lazio e il Comune di Roma battano un colpo: una crisi di queste dimensioni che impatta sul tessuto sociale e produttivo di questo territorio deve vedere protagonisti anche le istituzioni locali". Così, in una nota, Michele Azzola, segretario generale della CGIL di Roma e del Lazio ed Eugenio Stanziale, segretario generale della Filt CGIL di Roma e del Lazio.
(FONTE OMNIROMA)