La prepotenza dell’Enel e l’assenza dell’autorità portuale, potrebbe essere il titolo di una sit-com di tendenza se non fosse, purtroppo, il paradossale scenario che si sta vivendo sulla gara per la discarica del carbone dell’Enel. Prima di spiegare quello che sta accadendo, credo sia necessario provare a far vivere questa vertenza depurandola dalle appartenenze politiche e dai personalismi, ma cercando di concentrare l’azione sulla gravità di quanto sta accadendo, a rischio c’è il lavoro e il rispetto di una legge, che nel tempo ha consolidato degli equilibri.
Il lavoro prima di tutto, da tempo nelle gare le parti sociali nella loro interezza, chiedono il rispetto della clausola sociale al fine di dare una continuità occupazionale a chi si impegna nel fornire la propria forza lavoro, ebbene in questa gara tale principio viene calpestato con nemmeno molta eleganza in quanto si inseriscono una serie di sub condizioni che consentono nella sostanza al vincitore della gara di scegliere il personale che vuole.
Per quanto riguarda la gara riteniamo utile ricordare che, il compito di promuovere la concorrenza tra gli operatori del settore appartiene all’Adsp la quale lo esercita nei limiti e per i fini stabiliti dalla 84/94.
La gara è stata comunque pubblicata con una serie di violazioni, a nostro parere, della legge sui porti, l’esempio più evidente è il tentativo di superare la fondamentale differenza, prevista per legge, tra le imprese autorizzate alle operazioni portuali e quelle autorizzate ai servizi ovvero prestazioni specialistiche complementari e accessorie.
La prepotenza di un soggetto, che da sempre si è misurata sul territorio, giocando sulle necessità della popolazione e trovando sempre la strada per ottenere quanto desiderato. L’assenza di un ente che, nonostante le stiano calpestando la norma che ne origina l’autorità, non riesce a fare altro che qualche telefonata e alcuni inutili incontri, non si ha traccia di una chiara presa di posizione di qualcosa di scritto che ne certifichi l’esistenza, un presidente assente che delega costantemente al suo ruolo, una segretaria che cristallizza posizioni irrisolte.
Come organizzazione sindacale, abbiamo dapprima aperto un stato di agitazione e successivamente dichiarato 7 giorni di sciopero consecutivi a far data dal giorno 11/luglio 2018.
Riteniamo opportuno a questo punto chiamare a raccolta tutte le forze sociali e le maestranze presenti nel porto a difesa della legge 84/94 e di quelli che sono alcuni punti cardine dei principi del buon lavoro come la clausola sociale.
Lo stesso appello riteniamo debba essere rivolto a tutte le forze politiche, nella speranza che vengano messe da parte per una volta le rappresentazioni di parte e si contribuisca tutti insieme ad una battaglia di civiltà. Come Filt Cgil ci rendiamo disponibili a partecipare a qualsiasi iniziativa pubblica a cui verremo invitati per rappresentare la nostra posizione e fornire nell’ambito del possibile tutti i chiarimenti del caso.