REFERENDUM ATAC: 11 NOVEMBRE 2018 C'È CHI DICE NO ALLA PRIVATIZZAZIONE

Il prossimo 11 novembre i cittadini romani saranno chiamati a votare per il Referendum Consultivo, in merito alla volontà di far gestire ai privati il trasporto pubblico locale della Capitale. Difendere il trasporto pubblico, non solo vuol dire difendere un diritto costituzionale, al pari di quello alle cure e all’istruzione, ma significa scongiurare un aumento dei costi pubblici e delle tariffe per i cittadini. 


Importante è andare a votare non per salvare Atac ma il trasporto pubblico di Roma. “Il nostro indirizzo è quello di votare ‘NO’ perché l’esperienza maturata sia a livello cittadino sia europeo” spiega Daniele Fuligni, Segretario Regionale Filt Cgil. “A Roma sono sotto gli occhi di tutti le inefficienze di Roma Tpl, la società privata che detiene il 20 per cento del servizio. Oltre al disagio dei lavoratori per ritardi nei pagamenti anche il servizio insufficienze offerto alla cittadinanza sulla quale, inoltre, sono stati caricati costi di contenziosi come il ‘lodo Roma tpl’ appunto”. In Europa, invece “c’è l’esempio di Londra che ha già sperimentato in negativo la privatizzazione con una diminuzione degli standard di sicurezza e con un aumento dei costi per i cittadini. Proprio a Londra, soprattutto nel settore metro-ferroviario, si è scelto di fare un passo indietro rispetto alla privatizzazione perché il servizio non era adeguato. Altre capitali come Parigi e Berlino, invece, hanno mantenuto pubblico il proprio servizio di trasporto e non vediamo perché anche a Atac non possa rimanere di proprietà dei romani”. Poi ha concluso: “Privatizzare un servizio significa togliere il diritto di intervento ai cittadini con tutti i rischi di una gestione da parte dei privati che hanno interesse a fare profitti ma non a fornire un servizio accessibile a tutti. Atac deve invece continuare sulla strada del risanamento economico e del servizio”.