Roma, 27 marzo 2019 – “Non è a favore degli armatori, non sposta di una virgola l’attuale impianto regolatorio, né la nostra posizione e né tantomeno la nostra forza di contrasto ad una pratica inutile e dannosa per l’intera comunità portuale”. Lo afferma la Filt Cgil nazionale sulla recente sentenza del Tar Sicilia, emessa sulle operazioni di rizzaggio e derizzaggio in autoproduzione nei porti.
“La pratica dell’autoproduzione – spiega la Federazione dei Trasporti della Cgil – confligge con l’interesse generale e impatta negativamente sul rispetto della sicurezza e dei diritti dei lavoratori portuali e marittimi. Tuttavia è noto che la legge la regolamenta nelle operazioni portuali e noi, in tali casi, siamo favorevoli al rispetto dei criteri che ne disciplinano la necessaria e obbligatoria autorizzazione. I presidenti delle Autorità di Sistema Portuale in coordinamento con le Capitanerie di porto hanno, quindi, il dovere di monitorare, verificare, controllare e, nei casi di violazione, sanzionare i trasgressori. Invece un problema che merita una riflessione più puntuale – denuncia la Filt Cgil – è la scarsa volontà, l’incapacità o la poca autorevolezza delle AdSP nei confronti delle compagnie di navigazione che utilizzano la bieca arma del ricatto del trasferimento dei traffici da un porto ad un altro se non assecondati. Concedere l’autorizzazione all’autoproduzione – evidenzia infine la Filt – viola la cosiddetta ‘Dockers Clause’ presente nei contratti internazionali siglati dalla Federazione internazionale dei Trasporti e dalle associazioni armatoriali mondiali”.