SINDACATI IN AGITAZIONE DOPO IL VIDEO DEL BUS DI CORVIALE

Le sigle Sindacali del Trasporto Pubblico Locale, dopo la pubblicazione del video in cui si vede un bus della Linea 786 tentare di investire un pedone (un quarantenne pregiudicato conosciuto nel quartiere per i frequenti comportamenti violenti), sono pronti a proclamare lo stato di agitazione.

Per l'autista del bus – protagonista del video “incriminato” - Atac ha disposto la sospensione e, dopo verifiche, potrebbe arrivare addirittura al licenziamento. Il conducente ha riferito di essersi rifiutato di far salire l'uomo e i suoi cani in quanto quest'ultimi erano sprovvisti di museruola; alla chiusura delle porte il passeggero ha cominciato a prendere a pugni la vettura. A quel punto il guidatore, così come si vede nel filmato, ha reagito colpendolo con il muso del bus.

I colleghi del conducente e i rappresentanti sindacali sono solidali con il collega e rilancio l'allarme sulla ormai quotidiane ed abituale frequenza di aggressioni, soprattutto in alcune zone della capitale.

Daniele Fuligni, segretario regionale FILT CGIL, conferma il clima di paura diventato ormai insostenibile «Si è creata una sorta di fobia, non solo nei Municipi di cintura ma anche nell’hinterland, dove è in servizio Cotral. Bisogna agire subito per ridare tranquillità al personale, se ogni giorno si è sotto pressione è comprensibile che la paura sia proporzionata a un tale livello di stress». Sugli strumenti di concertazione messi in campo per garantire sicurezza ai dipendenti Fuligni ricorda: «Abbiamo sollecitato tutti i livelli istituzionali». Risultato? «Dopo l’accordo siglato due anni fa tra l’Atac e la Questura, abbiamo avuto tre incontri con il Comune per far intervenire i vigili urbani nelle zone e negli orari più sensibili, ma a distanza di un anno non si sono prodotti i risultati desiderati».

Da qui, l'intenzione di attivare tutti i passaggi necessari per riaprire la vertenza: «Chiediamo di attuare quanto stabilito, non un presidio spot, per poi sparire... Serve una presenza fissa, non controlli per qualche mese senza nulla di strutturato». I sindacati non sono convinti dell’efficacia di rimodulare i percorsi, per schivare le strade considerate insicure: «Sarebbe una resa, il segnale che non si riesce a governare i territori, e potrebbe prestarsi a strumentalizzazioni». Nel frattempo, dall’Agenzia per la mobilità smentiscono che si stiano valutando modifiche di percorso per il 786 o altre linee periferiche. La richiesta dovrebbe arrivare da Palazzo Valentini e dall’assessorato ai Trasporti.