SOCIETÀ PARTECIPATE ROMA CAPITALE: DOCUMENTO CONCLUSIVO ATTIVO UNITARIO DEL 25 LUGLIO 2019

La grande partecipazione e i tanti interventi delle delegate e dei delegati delle società partecipate all’attivo promosso da Cgil Cisl e Uil dimostrano come sia urgente rilanciare la vertenza “SOCIETÀ PARTECIPATE DI ROMA CAPITALE”.

Con l’accordo di “Fabbrica Roma”, del 1 giugno 2017, la Sindaca si impegnava ad avviare il confronto sui temi più sensibili per la vita della Città, tramite 8 tavoli di approfondimento preventivo su:
  1. Politiche di bilancio, fiscali e tariffarie
  2. Mobilità
  3. Ciclo dei rifiuti
  4. Riorganizzazione delle Partecipate
  5. Politiche del welfare, della disabilità e abitative
  6. Politiche di sviluppo territoriale, di rigenerazione urbana e periferie
  7. Politiche per la cultura e il turismo
  8. Lavoro, appalti e azioni per la legalità
Ad oggi siamo ancora in attesa che si concretizzi uno solo di questi tavoli...

In questi due anni trascorsi, le OO.SS. confederali e di categoria hanno incalzato frequentemente l’amministrazione capitolina sulle questioni legate sia alla gestione delle partecipate sia alle azioni di contrasto verso decisioni ritenute dannose e sbagliate per i lavoratori e i cittadini.

A testimonianza di tutto ciò, le continue richieste d’incontro prodotte in questi due anni troppo spesso inascoltate e alle quali non sono state date risposte adeguate. Infatti, a fronte di un accordo sottoscritto il 27 settembre 2017 con l’Assessore Colomban, nel quale si escludeva la possibilità che la riorganizzazione delle partecipate potesse provocare esuberi, oggi ci troviamo con situazioni quali la Multiservizi o la Roma Metropolitane dove, di fatto sono messi a rischio i livelli occupazionali e salariali.

Di fronte ai vari tentativi di promuovere la privatizzazione delle aziende comunali, specialmente quelle più appetibili per il volume di fatturato, noi continuiamo a sostenere il mantenimento del carattere pubblico di tutte le società che svolgono servizi fondamentali per la città.

Vi sono però diverse questioni da affrontare. Una prima riguarda il continuo succedersi di assessori in posti chiave che ha determinato difficoltà economiche alle aziende nonché di una pletora di amministratori privi di competenze tecniche specifiche, che cercano di compensare il loro gap professionale mostrandosi più sensibili verso la politica che li ha nominati, piuttosto che verso l’interesse comune.

Sempre a proposito di amministratori va sottolineato come un eccessivo ricambio dei gruppi dirigenti non fa bene alle imprese: servono manager competenti e in grado di garantire continuità nella gestione e nell’implementazione dei piani industriali.

L’azionista deve fornire alle imprese chiari indirizzi strategici per non vivere alla giornata ed evitare che, in assenza di precise linee guida, gli amministratori rinuncino all’incarico

Per risanare le aziende e farle funzionare servono anche investimenti a partire dalla definizione e dalla esecuzione dei piani assunzionali dopo anni di blocco delle assunzioni. Accanto agli investimenti serve poi il contributo determinante dei dipendenti che devono essere considerati come un elemento strategico per il risanamento, l’efficientamento e la messa in sicurezza di queste società. 

I lavoratori e le lavoratrici sono una chiave fondamentale per il successo dei servizi ed è quindi sbagliato considerarli causa dei disservizi. E’ bene sapere che in alcuni processi di riorganizzazione avviati, i lavoratori hanno dimostrato di saper responsabilmente operare per il bene dell’Azienda.

Oggi l’inefficienza dei servizi genera fra i cittadini valutazioni piuttosto critiche nei confronti delle società e spesso a farne le spese sono quei dipendenti che si trovano a svolgere le proprie mansioni a contatto con l’utenza.

Noi pensiamo che percorrere la strada della sostenibilità economica, dell’efficienza del servizio, della soddisfazione degli utenti, della gratificazione di lavoratrici e lavoratori, della valorizzazione di un bene comune, sia possibile se, ciascuno nel proprio ruolo, decide di assumere il livello di responsabilità che gli compete.

Vogliamo difendere le aziende e il loro carattere pubblico dai molti che le vorrebbero privatizzare e per questo rivendichiamo per esse una maggiore efficienza, una riorganizzazione e un riequilibrio economico, partendo dal principio che il capitale più prezioso di cui dispongono queste imprese sono i lavoratori, le cui professionalità e competenze vanno difese e valorizzate.

Il nostro non è un intento strumentale e non vogliamo essere confusi con i tanti che oggi chiedono le dimissioni della Giunta. Vogliamo il rispetto degli accordi e il riconoscimento del ruolo che ci deriva dall’essere portatori di istanze, capaci di tradurre richieste, bisogni e problemi in proposte, forti di una rappresentanza conquistata ogni giorno nei luoghi di lavoro a fianco di chi è più debole.

Siamo convinti che il sistema delle partecipate debba essere rilanciato per questo non possiamo continuare ad assistere inermi al decadimento totale di questa città.

Tutto ciò premesso, l’attivo dei quadri e dei delegati delle partecipate di Roma, visto l’ampio e articolato dibattito che ha evidenziato le criticità e le problematiche delle aziende partecipate di Roma Capitale, dà mandato a CGIL CISL UIL ,in raccordo con le categorie, di:
  • proseguire e strutturare il percorso di partecipazione e coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori al fine di costruire proposte condivise per il rilancio delle singole partecipate e sulla governance complessiva di tutte le partecipate;
  • incalzare l’amministrazione Capitolina affinché mantenga gli impegni sottoscritti e apra un confronto strutturato così come previsto da “Fabbrica Roma”;
  • Promuovere, nel mese di settembre, una iniziativa pubblica in cui porre all’attenzione dell’opinione pubbliche e delle forze politiche il nostro punto di vista sul futuro delle partecipate di Roma Capitale;
  • Sostenere tutte le iniziative di mobilitazione messe in campo dalle categorie sulle singole vertenze aperte;

Infine, se dovessero perdurare le violazioni degli accordi sottoscritti e lo stallo nel confronto, CGIL CISL UIL, insieme alle categorie, si impegnano ad alzare il livello della mobilitazione già a partire dal mese di settembre: in mancanza di risposte concrete, attiveremo tutte le ulteriori iniziative necessarie.