Premesso che
L’assetto legislativo che regolamenta il trasporto aereo ha prodotto, nel nostro Paese, la crisi delle imprese italiane mentre a favorito imprese che potevano contare su sistemi fiscali (vigenti nei Paesi d’origine) e sulla possibilità di determinare unilateralmente i trattamenti normativi e retribuitivi da riservare al personale assegnato alle basi italiane. Questo stato di cose ha prodotto sulla filiera del settore il proliferare di situazioni fallimentari, in alcuni casi della stessa impresa più volte nel tempo, come nel caso di Alitalia; la fase conclusiva della procedura di amministrazione straordinaria del Gruppo Alitalia in A.S., vista la scadenza del 15 ottobre 2019 è alle porte, e nulla lascia presagire, al di là delle dichiarazioni di intenti susseguitesi negli scorsi mesi, che essa si chiuda senza impatto sul fronte del Paese e del lavoro, in termini di perdita di un asset strategico per il Paese e di esuberi di lavoratori e lavoratrici e, da quanto si apprende dalla stampa, di tagli al costo del lavoro sia per dipendenti diretti della Compagnia che delle Imprese dell’indotto a partire dalle imprese del Catering;
in particolare Alitalia, giova ricordarlo, ha attualmente già in CIGS un totale di 1075 lavoratori del personale di terra e di volo oltre ad una serie di criticità non risolte legate al costo del lavoro del personale di terra e di volo che pesano sui lavoratori ed aggravano un quadro già altamente critico in termini di incertezza rispetto al futuro aziendale;
in questo contesto altamente destabilizzante, si inserisce l’ultimo provvedimento del Governo contenuto nel Decreto-Legge 28 gennaio 2019, n. 4, Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni, in vigore dal 29/01/2019, dove all’articolo 26, relativo al Fondo di Solidarietà del Trasporto Aereo, si riduce nel tempo e nella quantità economica la destinazione delle addizionali comunali dei diritti di imbarco verso il Fondo, l’unico che è stato in grado in questi anni di ammortizzare per i lavoratori e le lavoratrici le frequenti espulsioni, sia in termini di ammortizzatori sociali che di veri e propri licenziamenti, causati dalle continue crisi delle imprese del settore;
il suddetto provvedimento in scadenza il 31 Dicembre 2019 è ritenuto insufficiente finanziariamente a sorreggere, soprattutto nel tempo, le prestazioni di sostegno al reddito previste dal Fondo di Solidarietà del Trasporto Aereo, in prospettiva dell’avvicinarsi di un altro possibile pesante aggravamento della crisi del settore;
l’assenza di una concreta legislazione nazionale di sostegno del settore, di contrasto al dumping contrattuale, le politiche di incentivi messe in campo in maniera non ordinata delle Regioni; la crisi delle imprese e dell’occupazione, il deterioramento costante della qualità dell’offerta commerciale e della qualità del lavoro, dovuto, all’apertura dei processi di liberalizzazione senza regole per il lavoro, che hanno consentito l’abbassamento delle tariffe, sono gli effetti inevitabili e inarrestabili di un percorso verso la degenerazione complessiva del settore;
per ultimo le dichiarazioni odierne del Presidente del Consiglio relative al dossier Alitalia fanno percepire l’approssimarsi di uno scenario di grande negatività per le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo e dell’indotto.
Per tutto quanto premesso, le scriventi Segreterie Nazionali sono con la presente a richiedere formale convocazione nell’ambito di attivazione della prima fase delle procedure di raffreddamento e conciliazione ai sensi della disciplina in oggetto,
Segreterie Nazionali FILT CGIL - FIT CISL - UILTRASPORTI - UGLTrasporto Aereo