MODIFICHE AL REGOLAMENTO DI CIRCOLAZIONE FERROVIARIA, GIOCHIAMO LA NOSTRA PARTITA IN CAMPO EUROPEO


Roma, 11 luglio 2022 - Non ci siamo dati per vinti. Lavorare per una nuova cultura della sicurezza non può significare cancellare con un colpo di spugna ciò che proprio ai fini della sicurezza ferroviaria è un vanto per uno Stato appartenente all’Unione Europea. Proseguiamo in maniera costante le interlocuzioni, su vari livelli, per fare in modo che il Regolamento di Circolazione Ferroviaria (RCF) in fase di revisione, continui a mantenere la sua valenza erga omnes per tutte le imprese ferroviarie e chiediamo che questa tutela assuma carattere europeo.

Nonostante gli svariati incontri avuti con ANSFISA nel corso dell’ultimo anno sulla questione e l’apertura ricevuta dalla stessa agenzia che ha riconosciute fondate le nostre istanze, l’ultima bozza di RCF inviata ad ERA non ci convince affatto. Tutte le formulazioni dei punti bocciati dagli organismi europei sono state riformulate e nuovamente inviate per un altro parere, adottando, per rientrare in linea con i dettami delle direttive e dei regolamenti europei, formulazioni che ne indeboliscono il senso, spostando alcuni degli obblighi dal regolamento alla discrezionalità dell’impresa.

L’Agenzia dell’Unione Europea per le Ferrovie (ERA) continua nel suo mandato di armonizzazione voluto dall’Europa, per avere reti e ferrovie sempre più interoperabili e le Specifiche Tecniche di interoperabilità, aggiornate con l’entrata in vigore del IV pacchetto ferroviario, facilitano il passaggio dai vecchi sistemi ferroviari nazionali integrati, disciplinati per lo più da norme nazionali, allo spazio ferroviario europeo condiviso, governato per lo più dalle norme comuni dell’Unione Europea.

Troppo spesso sentiamo pronunciare le parole “SAFETY FIRST”, la sicurezza prima di tutto, da ogni angolo dell’Italia e dell’Europa. Eppure le azioni messe in atto ci paiono andare nella direzione contraria. Lasciare in mano alle singole imprese tutto il sistema di gestione della sicurezza, rischiando di relegare il tutto a sistemi tecnologici non è accettabile.

Lo abbiamo detto a più riprese in passato per la manutenzione dell’infrastruttura e continueremo a ribadirlo oggi puntando a salvaguardare la figura del capotreno a bordo, quale agente professionalizzato e qualificato per gestire una serie di attività tra emergenze e necessità ordinarie dei viaggiatori.

Avere a bordo treno un capotreno è, per noi, sinonimo di qualità del servizio, ma anzitutto sicurezza dell’esercizio. Il Sindacato Italiano lo ha sempre sostenuto tanto da intervenire a definire accordi con le maggiori Imprese Ferroviarie Nazionali che salvaguardano, anche per il futuro, la figura del capotreno nel modulo di equipaggio.

In uno scenario europeo privo di un RCF comune si rischia che ogni impresa ferroviaria deciderà per sé cosa è meglio per la sicurezza dell’utenza e dei lavoratori a bordo treno. Per questo motivo la nostra azione si concentrerà sull’Europa e su ERA ! Pensare di vincere una vertenza così delicata chiudendosi nei confini nazionali, oltre a rappresentare una presa in giro per i lavoratori, risulta essere inutile e controproducente per la riuscita della vertenza stessa e su quelle future imminenti che riguarderanno la guida automatica dei treni.

Su nostra sollecitazione, sono già state avviate interlocuzioni ai massimi livelli europei per fare in modo di evitare un abbassamento degli attuali standard di sicurezza. Auspicando che l’azione politica prosegua con modifiche alle direttive ed ai regolamenti, la Commissione sta valutando le proposte italiane di modifica dei regolamenti tecnici per permettere il mantenimento delle specificità a livello di singolo paese membro.

ANSFISA si è dimostrata per noi un’agenzia di importanza strategica nel settore e deve rimanere un regolatore di molti degli aspetti della sicurezza ferroviaria e non solo un supervisore e certificatore dei processi altrui. Insieme ad ETF, la Federazione Europea per i lavoratori dei Trasporti, abbiamo deciso di predisporre un’ ulteriore missiva che raccoglie le perplessità in merito al processo in corso, indirizzata direttamente alla Commissione Europea, a sottolineare quanto il tema sia ritenuto importante in tutta la UE.

Le Segreterie Nazionali