ATAC, FILT CGIL: "BASTA CON LO SCIACALLAGGIO MEDIATICO"


"Basta. Non se ne può più di questo continuo stillicidio di notizie sui lavoratori di Atac, descritti come fannulloni e nullafacenti dediti all'assenteismo. Si vuole proprio raccontare, a effetto, una realtà negativa che non corrisponde però a quello che ogni giorno accade". Così, in una nota, Eugenio Stanziale, segretario generale della Filt Cgil di Roma e del Lazio. "In questo paese - continua - sembra ormai che le colpe di tutto siano dei lavoratori e non di una politica senza visione e passione, mediocre in ogni sua manifestazione, con un senso civico diffuso che è lo specchio di questo stato di cose.

Dovremmo invece essere fieri e ringraziare i lavoratori e le lavoratrici di Atac, di Cotral, del trasporto in generale che garantiscono, solo e soltanto in virtù della loro abnegazione e del loro senso del dovere, la mobilità nei nostri territori; che ogni giorno mandano avanti le aziende, assumendosi rischi e responsabilità che non competerebbero certamente a loro. Nella stragrande maggioranza costoro sono meglio di chi li governa e di chi li dirige" "Francamente non se ne può più di questa narrazione - aggiunge Stanziale - : non sarebbe più interessante un servizio su una giornata di lavoro di chi opera nel trasporto pubblico della nostra regione? Se ne vedrebbero delle belle. Si vedrebbe un'imbarazzante situazione di sfacelo complessivo che porta poi i cittadini esasperati a prendersela con gli operatori. Si vedrebbero lavoratori che ogni giorno, tra mille difficoltà e imprevisti (autobus vecchi che si rompono, pezzi che mancano, metro che si fermano per usura e per una rete bisognosa di seri interventi di manutenzione, traffico privato intenso e anarchico con più di due milioni di veicoli circolanti, aggressioni verbali e non solo) permettono a milioni di cittadini, provenienti anche dalle periferie più abbandonate, di recarsi al lavoro, a scuola, a fare shopping, a vivere e a far vivere una città che meriterebbe molto di più di questo quotidiano sciacallaggio mediatico".