CRISI ALITALIA, UNA SCELTA NON FACILE MA DECISIVA

Roma, 15 aprile 2017. Il giorno 14 aprile 2017 intorno alle 3.00 di mattina, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, si è sottoscritto un "Verbale di Riscontro" tra tre Ministri della RepubblIca Italiana, Calenda, Delrio e Poletti, i massimi vertici dell'Alitalia, i Segretari Generali Confederali CGIL, CISL, UIL e UGL, le Segreteria Generali delle Federazioni del settore e le Associazioni Professionali dei naviganti.

Un verbale che segna l'apice di una trattativa difficilissima tenuta in questi ultimi giorni. Non rappresenta un punto di arrivo,non rappresenta un punto risolutivo, ma rappresenta un punto di ripartenza, uno strumento necessario di intervento minimo per non far fallire un'impresa importante, strategica e unica come l'Alitalia, azienda con un organico complessivo di circa 12 mila lavoratori dipendenti e altrettanti lavoratori nell'indotto e nei servizi accessori.

Cosa registra il verbale?
Registra un lavoro fatto in questi giorni di tensioni e discussioni, dove le Organizzazioni Sindacali, in fede agli impegni presi pubblicamente ovunque, e la diffusione mediatica delle informazioni è stata fin eccessiva, hanno fatto il massimo dello sforzo per trovare soluzioni alternative al taglio forzoso del costo del lavoro, sia in termini di esuberi che in termini di riduzione salariale, previsto dal piano di rifinanziamento della Compagnia, da parte dei reticenti azionisti italiani, unico strumento risolutivo possibile per impedirne il definitivo collasso nel mese in corso.

Cosa si "riscontra" nel verbale?
Si riscontrano i punti di arrivo di una complicata negoziazione, che non ha raggiunto una sintesi perfetta tra le istanze delle Parti perché una delle due non assumeva in sé l'autonomia decisionale necessaria per cambiare i contenuti di un piano blindato da azionisti bancari, senza condizionare gli ulteriori investimenti, necessari non solo ad un auspicabile rilancio, ma ai più basilari e imminenti bisogni di cassa.

Per tutta la fase degli incontri, il confronto è rimasto imperniato sulla sostenibilità del business aziendale attraverso un aumento dei ricavi complessivi ed un contenimento dei costi, valutato in circa 1 miliardo di euro entro il 2019.
Un piano industriale orientato su processi e dinamiche industriali non convincenti sia sul merito degli
investimenti finanziari, che sulla concretezza della fase di sviluppo legata nel breve periodo, all’inserimento di un numero limitato di aeromobili per l’attività di lungo raggio.

Gli interventi individuati dagli azionisti e dal consiglio di amministrazione sulla riduzione dei costi, di cui un terzo riferibile al costo del lavoro, (per il personale di terra 84 milioni) il numero iniziale delle eccedenze di personale complessivamente in 2037 unità e le esternalizzazioni di numerose attività ritenute insignificanti nel nuovo perimetro aziendale, hanno reso ostico e complicato il confronto tra le parti.

La fase degli incontri si sono sviluppate sul confronto delle eccedenze e sulle esternalizzazioni di attività di aree relative a: Finanze, Commercial, People/Performance, Ops, Groung, Customer Overhead, Airport Experience, I.T., Ground Handling e Maintenance e solo dopo un estenuante periodo di duro lavoro si è giunti alla condivisione del recupero di significative aree di lavoro, riducendo di fatto, il numero degli esuberi iniziali.

Siamo estremamente convinti che le attività dei servizi ausiliari della manutenzione e revisione degli
aeromobili della flotta, le attività maintenance training, dei simulatori, di asset security, customer relation, sabre help desk, medicina del lavoro, crew bus services e call center supervisione, saranno significative per il raggiungimento di scopo in termini di prodotto e servizio e contenimento dei costi aziendali.

Il risultato ottenuto da questo estenuante e doloroso confronto si è incentrato sulla riduzione di 358
eccedenze facendo diminuire gli esuberi iniziali da 1338 a 980 unità, individuando un percorso di utilizzo di ammortizzatori sociali conservativi, quale la cassa integrazione straordinaria a rotazione, per un periodo complessivo di 24 mesi, l’attivazione di un programma di politiche attive del lavoro volte alla riqualificazione e formazione del personale e misure di incentivazione all’esodo.

Le tematiche relative ai miglioramenti di produttività ed efficienza inerenti alle perfomance operative
rinviate a livello aziendale, in merito a regimi di reperibilità in aree di ingegneria, Departure Control System, al tempo tuta, chiedendo ed ottenendo il rispetto dell'accordo 3 giugno 2015, e alla rivisitazione delle certificazioni e abilitazioni del personale tecnico in un'ottica di premialità, attengono, in previsione del futuro consolidamento dei volumi di attività della direzione Maintenance, a misure di salvaguardia dei livelli occupazionali che altrimenti, per una residuale percentuale di personale, si sarebbero tradotti in espulsioni immediate.

Tale strumenti di flessibilità, coerenti con le caratteristiche specifiche del business, saranno necessari per la gestione delle attività e dei livelli occupazionali presenti sugli scali di BDS e REG, nonché dove necessario, su scali minori con bassi flussi di traffico, attraverso specifici accordi con le organizzazioni sindacali, a livello locale.

Tutto questo e solo questo è stato oggetto di confronto e scontro con l'azienda, questo per sgomberare il campo da ipotesi di tematiche che non hanno mai raggiunto nel il tavolo e mai il confronto di discussione, ma che continuano ad apparire in questa fase finale e che tendono ad essere solo nocive in una situazione in cui dobbiamo essere consapevoli a quale ultima alternativa possiamo arrivare.

Riteniamo in una condizione di particolare gravità della compagnia di avere fatto il possibile al fine di garantire le dinamiche contrattuali e tutelando il fattore lavoro, rivendicando e applicando strumenti utili alla gestione dei livelli occupazionali. Come riteniamo di grande importanza che tutte le lavoratrici e lavoratori esprimano il loro libero pensiero con grande senso di responsabilità. Perché siamo fortemente convinti che scelte sbagliate in questo momento determinerebbero il fallimento dell'azienda.

Le attuali condizioni ottenute saranno oggetto di un preventivo confronto di consultazione con i lavoratori la prossima settimana.


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