La pandemia ha ulteriormente valorizzato alcuni asset strategici per il Paese. Tra essi i Trasporti che proprio nelle fasi più difficili, grazie al contributo dei lavoratori del settore, hanno garantito al Paese approvvigionamenti essenziali per la vita quotidiana delle famiglie e delle imprese.
Proprio per queste motivazioni il Governo è intervenuto con risorse pubbliche importanti, sebbene non ancora sufficienti, a supporto del settore.
Le Organizzazioni sindacali scriventi, hanno gestito e stanno gestendo questa fase difficile tenendo assieme la responsabilità verso i lavoratori con la responsabilità verso il Paese nella consapevolezza della centralità del sistema di trasporto delle persone e delle merci. Un equilibrio spesso difficile di fronte alle tante difficoltà che avrebbero potuto, se non governate, determinare una vera e propria bomba sociale.
In questo quadro si colloca la situazione del settore portuale e marittimo nei quali si sta verificando uno scontro importante tra interessi divergenti tra le parti, che rischia di scaricarsi, come troppo spesso accade, sulla condizione dei lavoratori.
In termini generali abbiamo apprezzato il lavoro sin qui svolto dal Ministero dei Trasporti che però su queste materie paga evidentemente un orientamento non univoco della propria maggioranza (ci sono state importanti prese di posizioni ma altrettanto importanti silenzi e contrarietà) e la indisponibilità delle nostre controparti a qualsiasi forma di mediazione degli interessi che dovrebbe invece caratterizzare un corretto rapporto soprattutto in una fase cosi delicata per il Paese.
Ci preme in particolare evidenziare alcuni temi che stanno rendendo la situazione insostenibile:
- La nota questione dell’autoproduzione da noi posta all’attenzione dei lavori parlamentari e del Governo. Essa è utilizzata, attraverso la normativa vigente non sufficientemente chiara, per abbattere i costi delle operazioni portuali (che sono regolate per legge dal rispetto dei minimi retributivi e normativi non inferiori al Ccnl dei porti) creando fenomeni distorsivi del mercato e della concorrenza. Non a caso dal 1° gennaio 2020 è entrata in vigore in Europa e in Canada la “Dockers’ Clause” dell’ITF secondo la quale né i marittimi, né chiunque altro a bordo sia in servizio a tempo indeterminato o temporaneo presso la Compagnia Armatoriale, dovrà svolgere servizi di movimentazione merci in un porto, in un terminal o a bordo di una nave, dove i lavoratori portuali, che sono membri di un sindacato affiliato all'ITF, forniscono i servizi di movimentazione merci;
- Risulta evidente come i CCNL del settore marittimo e portuale (scaduti rispettivamente nel 2017 e nel 2018) siano un grande elemento di regolazione del mercato. Vi è quindi la necessità di riaprire immediatamente il confronto andando ad affrontare in maniera condivisa le tante problematiche che la crisi sanitaria ha fatto emergere;
La ripresa del Paese passa indiscutibilmente attraverso i nostri porti in quanto nodi logistici strategici per il rilancio sia in import che in export. Si deve utilizzare questa fase anche per provare a superare alcuni deficit di competitività del sistema. Siamo sempre stati aperti al dialogo e abbiamo sollecitato una discussione sistemica ma il combinato disposto tra i continui rinvii delle controparti sul tema contrattuale e, in merito all’autoproduzione, la posizione rigida espressa dalle controparti armatoriali e la inspiegabile contrarietà di alcune associazioni del sistema portuali e di Federagenti, testimoniamo la volontà di percorrere una strada di ripartenza del settore fondata sulla deregolamentazione con effetti pesanti sulla sicurezza e sui redditi di lavoratori portuali e marittimi ponendo, fra l’altro, l’Italia in una posizione isolata rispetto tutti i Paesi dove si applica la citata “Dockers’ Clause” .
Una strada che non possiamo accettare e che non accetteremo. Costatata ancora oggi la assenza di specifiche risposte sui temi posti non abbiamo scelta che proclamare lo sciopero dei settori in indirizzo nelle modalità sotto definite.
A questi due temi strutturali aggiungiamo due questioni contingenti altrettanto urgenti che, senza una adeguata soluzione, potrebbero costituire ulteriori motivazioni della mobilitazione del settore :
- La assenza di una norma specifica che garantisca una copertura di reddito ai lavoratori marittimi non in costanza di rapporto di lavoro che ad oggi non possono usufruire del fondo bilaterale di settore. Materia non ancora risolta è più volta portata a conoscenza delle istituzioni.
- La necessità di apertura di uno specifico confronto con MIT, sia sulle criticità riferite all’avvicendamento dei nostri marittimi all’estero sia sugli interventi relativi alla riorganizzazione del servizio di rimorchio portuale.
Nel quadro sopra descritto le scriventi proclamano lo sciopero di 24 ore per il giorno 24 Luglio dei lavoratori dei porti dipendenti/soci delle imprese artt. 16,17 e 18 Legge 84/94 e dipendenti delle AdSP, nonché dei lavoratori marittimi e dei servizi di rimorchio portuale con la seguente articolazione:
SETTORE PORTI
- Lavoratori dei porti delle imprese artt. 16, 17 e 18 Legge 84/94 e dipendenti delle AdSP, intera prestazione
SETTORE MARITTIMI
- Collegamenti isole maggiori personale amministrativo: intero turno; personale viaggiante: da mezz'ora prima delle partenze del 24 Luglio, dalle 00.00 alle 24.00 del 24 Luglio con esclusione delle linee/servizi essenziali come individuate dalla legge 146/1990 e s.m.i.
- Collegamenti Isole minori personale amministrativo: intero turno; personale viaggiante: dalle 00.00 alle 24.00 del 24 Luglio con esclusione delle linee/ servizi essenziali come individuate dalla legge 146/1990 e s.m.i.
- Navi traghetto e navi da carico presenti nei porti nazionali, ritardi di 24 ore alla partenza della nave;
- Amministrativi, operai, biglietterie, personale in servizio giornaliero ed in turistica, astensione di 8 ore;
- Rimorchio portuale astensione dell’intero turno per un massimo di 12 ore, il giorno 24 Luglio.
Si precisa che lo sciopero sarà effettuato garantendo i servizi costituzionalmente garantiti, secondo le modalità stabilite dall’art 49 del CCNL dei lavoratori dei Porti e dalle discipline specifiche in attuazione della L. 146/90 e s.m.i. per il personale dei servizi tecnico nautici.
I Segretari Generali
Filt Cgil (S. Malorgio) Fit-Cisl (S. Pellecchia) Uiltrasporti (C. Tarlazzi)