ATAC, CON LA PRIVATIZZAZIONE LA SITUAZIONE PEGGIORA

Intervista sul quotidiano "Il Tempo" a Daniele Fuligni, Segretario Regionale Responsabile TPL.

«Ci sono mille ragioni per votare contro la privatizzazione di Atac nel referendum del prossimo 11 novembre. Roma ha già sperimentato una cosa simile su un segmento del trasporto pubblico e i risultati sono stati pessimi. "Privato" non è sempre sinonimo di "virtuoso", soprattutto quando si parla di servizi strategici, come l'esperienza dimostrata». Daniele Fuligni, Segretario FILT CGIL Roma e Lazio, al potere salvifico del privato non ci ha mai creduto, e in questa intervista ci spiega il perché.

Fuligni, a cosa allude quando parla di privatizzazione con «risultati pessimi»?
«Alludo per esempio a "Roma Tpl", un'operazione di liberalizzazione/privatizzazione che qualche anno fa ha coinvolto circa il 20% del trasporto romano. Il risultato è stato quello di avere un servizio scadente, che ha provocato alla collettività diversi problemi, sia economici che pratici. A partire dai mancati pagamenti dei dipendenti - e quindi allo scatenarsi degli scioperi conseguenti - fino ad arrivare all'apertura di un contenzioso con il Comune che è costato ai cittadini circa 150 milioni di euro. L'inefficienza del privato si scarica sempre sulla collettività, a volte ancor di più di quella pubblica. Un modello che ha fallito in tutta Europa».

Ci faccia un esempio.
«Londra, per dirne una, ha appena fatto una clamorosa retromarcia in tema di trasporto pubblico, ri-pubblicizzando il comparto ferroviario dopo una disastrosa stagione di privatizzazione durante la quale il servizio è peggiorato, il numero degli incidenti salito vertiginosamente e i costi lievitati in modo esponenziale. Il fatto che la capitale inglese sia stata la prima, in Europa, a tentare questa strada, rende l'esempio ancor più emblematico».

È indubbio però che oggi la gestione pubblica dell'Atac non sia delle migliori.
«Certo, e sono il primo a dirlo. Ma non è liberalizzando che si risolleva l'azienda. L'Italia è piena di esempi di gestione pubblica virtuosa, come il Cotral o l'Atm di Milano, a riprova che il "pubblico" non significa sempre spreco o inefficienza. Una gestione pubblica rinnovata sarebbe la scelta migliore».

Perché?
«Innanzitutto perché in questo modo l'azienda resterebbe sotto il controllo dei cittadini, che con il voto potranno decidere se la gestione li ha soddisfatti o no, con il privato i cittadini sarebbero estromessi da qualunque decisione; poi perché l'utile che ottiene il privato resta al privato, quello pubblico viene invece redistribuito tra i cittadini, anche tramite nuovi investimenti. L'Italia è piena di esempi di gestione pubblica virtuosa, come il Cotral o l'Atm di Milano. Non vedo perché l'Atac non possa farcela, soprattutto ora che per la prima volta ha iniziato un percorso di vero risanamento. Dobbiamo darle tempo affinché possa restare in mano ai legittimi proprietari, cioè ai cittadini romani».